sábado, 31 de marzo de 2012

L'ARTE E GLI ARTISTI - Necessità di un bilancio del XX secolo

Giunti al termine del XX secolo è naturale pensare a delineare il bilancio di una vicenda che è poco nota e, a prima vista, è contrassegnata più da ombre che da luci. Già il Papa Paolo VI in occasione dell'incontro con gli artisti il 7 maggio 1964, aveva tentato un primo bilancio a proposito dei rapporti tra la Chiesa e gli artisti contemporanei. Papa Montini non aveva esitato a riconoscere con sincerità i torti della Chiesa, senza tacere quelli degli artisti, ma non si era fermato a questo: proponeva agli artisti di rinnovare il tradizionale patto di amicizia e di alleanza con la Chiesa. Papa Giovanni Paolo II, a sua volta, nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente, pubblicata il 10 novembre 1994, insiste perché, "mentre il secondo millennio del cristianesimo volge al termine, la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli... Essa non può varcare la soglia del nuovo millennio senza spingere i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, da errori, infedeltà, incoerenze, ritardi." (nn. 33-36)

viernes, 30 de marzo de 2012

LE GRANDI QUESTIONI DELL'INSEGNAMENTO DI GIOVANNI PAOLO II

Ventisette anni di magistero, segnati dal confronto con le più svariate culture del mondo, hanno portato papa Wojtyła a toccare tante e interessanti questioni, alcune più importanti, altre meno importanti, tutte però di sicura profondità antropologica. E proprio l’attenzione all’uomo, costantemente manifestata da questo pontefice, gli ha fatto scrivere le pagine più significative sull’arte e sui beni culturali nelle loro variegate articolazioni.
Qui di seguito verranno evidenziate solo alcune delle grandi questioni che emergono dagli insegnamenti di Giovanni Paolo II, quelle forse più legate alla vita della Chiesa o forse anche più attuali. Tante altre vengono taciute, con la fiducia che agli studiosi non sfuggiranno nel loro portato, perché il papa ha avuto parole per pittori, scultori e architetti, per gli uomini di teatro e di penna, per gli artisti del cinema e della danza, per i circensi e i lunaparkisti, per i gruppi bandistici e folcloristici. Ha trovato parole per gli archivisti e i bibliotecari, i responsabili dei musei e delle pinacoteche, gli archeologi e i cultori di etnografia, i giornalisti e i fotografi, gli incisori e i filatelici.
A tutti, attraverso accenni alla loro arte, ha saputo parlare di Dio, perchè a loro volta parlassero di Dio a chi della loro arte sapeva godere.

jueves, 29 de marzo de 2012

DIALOGO CON GLI ARTISTI

Dare concreta, coerente e realistica attuazione all'insegnamento del Concilio in materia di pastorale dell'arte e degli artisti è doveroso, ma non è un'impresa facile. Si corre il rischio di improvvisare in maniera imprudente e di cedere a retoriche superficialità. Perciò, oltre ad avere ben chiaro l’obiettivo a cui mirare, occorre procedere sulla base di alcune precise scelte strategiche, che presentiamo brevemente.
1. Riconoscere e valorizzare i carismi, le iniziative e le istituzioni esistenti
a) La prima e fondamentale scelta strategica consiste nel riconoscere con generosità i "carismi" artistici esistenti all’interno della comunità ecclesiale, tra i laici, i religiosi e le religiose, i sacerdoti diocesani. Si dia spazio alla multiforme pluralità di doni artistici, superando ogni atteggiamento puramente funzionale, che porta a riconoscere solo i "carismi" considerati utili a determinati scopi. Distinguendo il livello amatoriale e quello professionale, tra i "carismi" più modesti o solo incipienti e quelli di provato e riconosciuto valore, le diocesi guardino con simpatia a tutti gli artisti e a ciascuno di essi, secondo le rispettive capacità, e offrano loro, con il giusto senso critico e con generosità, occasioni e possibilità di espressione.

miércoles, 28 de marzo de 2012

L'ARTE E GLI ARTISTI NELLA VITA DELLA CHIESA

L'OBIETTIVO PER IL TERZO MILLENNIO: ATTUARE L'INSEGNAMENTO DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II
11. Un insegnamento ancora da mettere in pratica
L'obiettivo da perseguire in vista del terzo millennio per quanto riguarda la pastorale dell'arte e degli artisti è già stato identificato nelle linee generali dai documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Fino a oggi, per varie ragioni, in Italia tale insegnamento non è stato ancora sufficientemente conosciuto e non ha trovato l'accoglienza che meritava; perciò non si è ancora tradotto in un progetto pastorale coerente e condiviso. A trent’anni dalla fine del Concilio sembra ormai giunto il momento di prenderlo in seria considerazione e di iniziare a metterlo in pratica con la necessaria determinazione.

martes, 27 de marzo de 2012

EL ARTE - JUAN PABLO II

L’arte è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. E’ parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola. E’ la parola dell’origine, che scruta, al di là dell’immediatezza dell’esperienza, il senso primo e ultimo della vita. E’ conoscenza tradotta in linee, immagini e suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come proiezioni sull’arcano della vita, oltre i limiti che il concetto non può superare: aperture, dunque, sul profondo, sull’altro, sull’inesprimibile dell’esistenza, vie che tengono libero l’uomo verso il mistero e ne traducono l’ansia che non ha altre parole per esprimersi. Religiosa, dunque, è l’arte, perché conduce l’uomo ad avere coscienza dell’inquietudine che sta al fondo del suo essere e che né la scienza, con la formalità oggettiva delle leggi, né la tecnica, con la programmazione che salva dal rischio d’errore, riusciranno mai a soddisfare”
JP II

lunes, 26 de marzo de 2012

EL DOMINGO DE RAMOS, "DE PASSIONE DOMINI"


En este día, como dice el Missale Romanum, la iglesia conmemora a Cristo, el Señor, que entra en Jerusalén para llevar a cumplimiento su misterio pascual. En todas las misas se debe hacer memoria de esta entrada del Señor: con la procesión solemne (forma I); con la entrada solemne (forma II) antes de la misa principal; o bien con la entrada simple (forma III) antes de las otras misas.
La entrada solemne, aunque sin procesión, puede ser repetida antes de otras misas que tengan gran número de fieles.

domingo, 25 de marzo de 2012

EL JUEVES SANTO: CONCLUSIÓN DE LA CUARESMA

Antiguamente, en la mañana del jueves santo se celebraba el rito de la reconciliación de los penitentes que ya habían cumplido todo su camino penitencial siguiendo una rígida disciplina para los pecados graves, que les habían excluido de la participación  en la eucaristía. El miércoles de ceniza, el obispo les había impuesto el cilicio; después permanecían recluidos hasta el jueves santo, día en que eran absueltos para que participasen en la eucaristía de la noche de pascua. Hoy no existe ya esa antigua y rígida disciplina penitencial. Sin embargo, la comunidad cristiana está igualmente llamada, al final de la cuaresma, a celebrar el sacramento pascual de la reconciliación en las formas establecidas por el nuevo ritual de la penitencia, y según las necesidades de cada una de las comunidades.
De A. Bergamini
Nuevo Diccionario de Liturgia – Ediciones Paulinas