L'arte cristiana dei primi secoli sembra dimenticare la figura di Giuseppe. Il fenomeno è stato spiegato riconducendo la formazione del più antico repertorio figurativo cristiano a una intenzione significativa di ordine eminentemente cristologico. Persino le prime scene di Natività pongono al centro della rappresentazione il Bambino, sorretto da Maria, anch'essa attrice coprotagonista e, spesso, ridotta a mera "chiave di lettura" dell'episodio evangelico, assurgendo al ruolo di "seggio" o di "cattedra", sulle cui ginocchia siede il piccolo re.
Eppure del padre putativo di Gesù, i vangeli (Luca e Matteo) rievocano dettagliatamente la genealogia come per collocare nella storia umana e nella discendenza di Abramo e di Davide la nascita del Cristo. Altre notizie provengono da Marco (6, 3) e ancora da Matteo (13, 55) che definiscono Giuseppe come tèkton, una professione di larga accezione, che tocca l'attività del carpentiere, del falegname, ma anche del faber o del maniscalco.