L'OBIETTIVO
PER IL TERZO MILLENNIO: ATTUARE L'INSEGNAMENTO DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO
II
11. Un insegnamento ancora da mettere in pratica
L'obiettivo da perseguire in vista del terzo millennio per quanto
riguarda la pastorale dell'arte e degli artisti è già stato identificato nelle
linee generali dai documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Fino a oggi,
per varie ragioni, in Italia tale insegnamento non è stato ancora
sufficientemente conosciuto e non ha trovato l'accoglienza che meritava; perciò
non si è ancora tradotto in un progetto pastorale coerente e condiviso. A trent’anni
dalla fine del Concilio sembra ormai giunto il momento di prenderlo in seria
considerazione e di iniziare a metterlo in pratica con la necessaria
determinazione.
L'insegnamento conciliare riguardante l'arte non è contenuto in un
unico documento ma è presente, prevalentemente per accenni, nei più diversi
contesti: nelle costituzioni, nei decreti, nelle dichiarazioni, nei messaggi
conclusivi, nei discorsi di apertura e di chiusura delle sessioni conciliari.
Per interpretarlo in maniera corretta, inoltre, è bene tenere presente che esso
è stato elaborato in forma graduale dall'inizio del Concilio, con la
Costituzione sulla liturgia, fino alla fine del Concilio stesso con il messaggio
agli artisti.
I documenti che, con maggiore ampiezza e in forma diretta,
trattano dell'arte e degli artisti sono la Costituzione Sacrosanctum
Concilium sulla liturgia, capitoli VI e VII, dedicati rispettivamente alla
musica sacra e all'arte sacra e la sacra suppellettile, e la Costituzione
pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, capitolo
II, dedicato alla cultura. Accenni significativi al tema si trovano anche nei documenti
dedicati all'attività missionaria e all'ecumenismo, all'ufficio pastorale dei Vescovi
nella Chiesa, all'apostolato dei laici e ai mezzi di comunicazione sociale.
12. L'insegnamento del Concilio
Volendo richiamare in forma sintetica il messaggio conciliare
sull'arte possiamo condensare gli spunti sparsi nei documenti del Concilio in
tre serie di affermazioni: In primo luogo il Concilio
− rinnova la stima della Chiesa cattolica per le arti e per gli
artisti,
− riconosce l'autonomia della ricerca artistica, nell'ambito delle
attività umane,
− manifesta la convinzione che l'opera degli artisti abbia grande
importanza per la vita della Chiesa,
− esprime sincero apprezzamento per i linguaggi artistici
appartenenti alle diverse culture e regioni, compresi quelli contemporanei.
In secondo luogo, rivolgendo l'attenzione alla liturgia, il
Concilio assume alcuni impegni:
− impegna la Chiesa a conservare, adattare e arricchire il
patrimonio artistico ecclesiastico, in particolare quello liturgico,
− impegna, in particolare, la Chiesa a dare spazio, nell'ambito
stesso della liturgia, alle diverse espressioni dell'arte contemporanea.
In terzo luogo il Concilio riconosce la necessità della formazione
e perciò
− prospetta iniziative formative in materia di arte,
diversificate, per i chierici, per gli artisti, per altre categorie di persone
competenti.
Il testo che si può proporre come sintesi dell'insegnamento
conciliare, anche per il suo carattere di urgenza, è quello contenuto nella
Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, n.
62: Bisogna perciò impegnarsi affinché gli artisti si sentano
compresi dalla Chiesa nella loro attività e, godendo di un'ordinata libertà,
stabiliscano più facili rapporti con la comunità cristiana. Siano
riconosciute dalla Chiesa le nuove tendenze artistiche adatte ai nostri tempi
secondo l'indole delle diverse nazioni e regioni. Siano ammesse negli edifici
del culto, quando, con un linguaggio adeguato e conforme
alle esigenze liturgiche, innalzano lo spirito a Dio.
Sussidio dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana
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