17. La
costituzione conciliare sulla Sacra liturgia parla con insistenza della
partecipazione dei fedeli alle celebrazioni e la considera come parte
integrante e costitutiva dell'azione liturgica stessa. Azione e partecipazione
sono alla base di ogni animazione liturgica:
La liturgia è una azione.
18. L'animazione
liturgica si radica nello stesso significato etimologico della parola
"leitourghia" (= leit da laos-popolo e érgon-azione) e nella
descrizione della Sacrosanctum Concilium (SC 7) che definisce la liturgica
"azione sacra". La liturgia è una azione di culto, non nella forma
esteriore, ma nel senso espresso dalle parole di Cristo: "Ho compiuto
l'opera che tu (Padre) mi hai ordinato". In realtà nella liturgia "si
compie l'opera della nostra redenzione" (SC 2). Inoltre, è una azione
caratterizzata dalla ritualità e dal simbolismo in cui si realizza un culto in
spirito e verità a Dio. Considerata così la liturgia, si comprende che
l'animazione è un elemento qualificante per raggiungere il significato dell'azione.
La liturgia non
è una idea, né una semplice scienza o norma, ma realizza un dinamismo vitale,
retto e guidato da leggi intrinseche che manifestano nell'azione
rituale-sacramentale la pedagogia usata da Dio nella storia della salvezza
quando invita e ammette gli uomini alla comunione con Lui. La celebrazione non
è una successione di elementi né un insieme di parole-gesti sovrapposti o uniti
in modo artificiale ed estrinseco, ma piuttosto essa si sviluppa e culmina ed
infine si conclude.
19. a) L'iniziativa
è di Dio che convoca i credenti a riunirsi attorno al Figlio suo Risorto. I
cristiani sono invitati a riconoscersi uniti nella stessa fede e nello stesso
Spirito. Un atto ricco di significato e di impegno.
L 'Assemblea è
destinata a proclamare che pur essendo "molti, siamo un solo corpo in
Cristo, e tutti membra gli uni degli altri" (cfr Rm 12,5), e ad essere
"epifania" della Chiesa, Corpo di Cristo nel mondo. Per iniziare con
un buon ritmo la celebrazione è necessaria una animazione destinata a sollecitare
ed esprimere il motivo della convocazione, la finalità dell' Assemblea riunita.
20. b) L'azione
si sviluppa nel dialogo salvifico attorno alla Parola di Dio. La Parola di Dio
ha una sua dinamica, una sua pedagogia di crescita, una sua storia. E una
Parola che giunge a compimento e diviene Persona nell'Evangelo. E una Parola
che continua e realizza la pienezza nella comunità ecclesiale. Sempre, in ogni
caso, la Parola ha una struttura dialogica per cui Dio parla e l'uomo ascolta,
Dio interpella e l'uomo decide, Dio chiama e l'uomo risponde. Perciò è
necessario che la stessa Parola di Dio si incarni, che Dio stesso ci parli
dalla "carne". Tutto questo accade "in Cristo", presente e
operante nella celebrazione; è la cristologizzazione della stessa Parola. Dal
punto di vista dell'animazione, aldilà di una presentazione e proclamazione che
attualizza la Parola di Dio, si dovrebbe tener conto delle leggi del dialogo
che permetta all'assemblea di entrare nel dinamismo dialogico della Parola.
21. c) Si sviluppa
e culmina nei segni sacramentali. E il momento culminante della presenza e
dell'attualizzazione dell'azione salvifica di Cristo nel tempo della Chiesa. I
sacramenti della Chiesa, mentre introducono l'avvenimento-mistero di Cristo
nella storia, ci uniscono alla storia di Cristo. Di fatto il segno sacramentale
non ripete ne fa di nuovo l'avvenimento di Cristo, ma rende presente per noi
quello stesso avvenimento unico, compiuto una sola volta per tutti i tempi. Di
fatto è l'avvenimento compiuto da Cristo una sola volta che si rende presente
tutte le volte che il rito-segno lo evoca per cui ogni volta che la Chiesa
celebra il memoriale-sacramento di Cristo, si realizza l'opera della salvezza.
I sacramenti
sono momenti diversificanti dell'unico Cristo sacramento di salvezza e
ciononostante, sono, nella loro diversità, elementi che si integrano
reciprocamente fino a completare nell'uomo la salvezza unica e totale di
Cristo. L'esistenza dei sacramenti, come realizzazione della salvezza nel
tempo, ci consente di scoprire la Chiesa nella sua formazione e costante
crescita come "Corpo di Cristo" nella storia. Ogni sacramento pone il
cristiano in contatto con la realtà di Cristo Sacramento di salvezza. L'impegno
di animazione ha un ruolo molto importante perché il cristiano che celebra il
sacramento sia guidato mistagogicamente a manifestare la fede e sia inserito
nel mistero pasquale di Cristo.
22. d) Si
conclude. I riti conclusivi di tutta l'azione liturgica sono generalmente
semplici e brevi, però con un senso proprio. I cristiani, convocati da Dio
Padre, illuminati dalla Parola, trasformati dall'azione sacramentale, tornano
alla vita quotidiana impegnati nel servizio agli altri uomini, soprattutto ai
più poveri e bisognosi. Celebrazione e vita sono profondamente unite. In
sostanza si tratta della stessa vita, però espressa e vissuta in diverse forme.
Vita e celebrazione sono complementari e si rendono necessarie per il pieno
sviluppo della vita cristiana e sono unite in e a partire da Cristo. Nessun
sacramento termina nella celebrazione. Come esiste sempre un "prima"
che prepara la celebrazione, così deve sempre esserci un "dopo" che
la prolunga. Chi pensasse che tutto finisce con "la fine del rito",
non ha compreso nulla del rito stesso, la cui forza è precisamente svelare il
mistero e legarlo alle esigenze della vita.
La funzione
dell'animazione, giunti a questo, punto, deve esprimersi con maggiore forza e
incidenza perché i partecipanti sappiano convertire la propria vita in una
celebrazione pasquale.
Sr M Cristina Cruciani pddm
Conferenza episcopale Abruzzese e Molisana
Convegno liturgico Regionale
24 settembre 2011 - Lanciano
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