LE SCELTE STRATEGICHE
La
prima e fondamentale scelta strategica consiste nel riconoscere con generosità
i "carismi" artistici esistenti all’interno della comunità
ecclesiale, tra i laici, i religiosi e le religiose, i sacerdoti diocesani. Si
dia spazio alla multiforme pluralità di doni artistici, superando ogni
atteggiamento puramente funzionale, che porta a riconoscere solo i
"carismi" considerati utili a determinati scopi. Distinguendo il
livello amatoriale e quello professionale, tra i "carismi" più
modesti o solo incipienti e quelli di provato e riconosciuto valore, le diocesi
guardino con simpatia a tutti gli artisti e a ciascuno di essi, secondo le
rispettive capacità, e offrano loro, con il giusto senso critico e con
generosità, occasioni e possibilità di espressione. Non ci si limiti a
coltivare e a valorizzare gli artisti che, a vario titolo, operano già all'interno
delle comunità ecclesiali. Si rivolga con insistenza l'attenzione e si cerchi
il dialogo, l'amicizia e la collaborazione con il mondo variegato degli storici
dell’arte, dei critici e degli artisti.
Le
iniziative e le istituzioni artistiche esistenti in Italia, sia in ambito
ecclesiale sia al di fuori di essa, meritano di essere conosciute e
valorizzate: esse costituiscono riferimenti di fondamentale importanza per la
pastorale dell'arte e degli artisti. Nel nostro paese, infatti, esiste una
vasta rete di musei e di collezioni ecclesiastiche, pubbliche e private;
inoltre, operano numerose gallerie private; sono attive anche numerose
collezioni di arte sacra contemporanea a Roma (presso i Musei Vaticani), ad
Assisi (presso la Pro Civitate Christiana), a San Gabriele dell'Addolorata (Teramo),
a Bologna (la Fondazione G. Lercaro), a Milano (la Galleria di arte sacra dei contemporanei),
a Brescia (il Centro Arte e Spiritualità). Inoltre, non mancano le mostre d'arte
contemporanea di grande rilievo, come la Biennale di Venezia, la Triennale di
Milano, la Quadriennale di Roma. Non sono poche le iniziative di valore dedicate
all'arte sacra. Vi sono dunque molte potenzialità che attendono solo di essere meglio
valorizzate.
Il
Concilio invita a dare spazio all'arte antica, a quella contemporanea e ad aprirsi
a quella futura, a ogni tendenza e corrente, dal momento che la Chiesa
cattolica non possiede né canoni linguistici né uno stile proprio. Il Concilio
invita dunque ad abbattere i bastioni in tutte le direzioni: verso est e verso
ovest, verso nord e verso sud. Ogni regione italiana, ma anche ogni nazione dei
cinque continenti, ha ricchezze artistiche alle quali attingere e da fare
conoscere.
Sussidio
dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza
Episcopale
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