martes, 24 de enero de 2012

CARATTERISTICHE DELLA FORMAZIONE LITURGICA

60. Formazione teorica - La conoscenza teorica abbraccia innanzitutto la conoscenza e la familiarità con le Scritture e quindi una grande gamma di concetti teologici, storici, giuridici, pastorali e spirituali. Si tratta, quindi, di possedere un grande bagaglio di elementi che aiutano a comprendere la natura della stessa liturgia, e a scoprire come la Chiesa ha celebrato il mistero della fede durante venti secoli, a valorizzare la normativa in chiave ecclesiale, adottare alcuni elementi celebrativi all'assemblea orante e celebrante e, per ultimo, a comprendere e a vivere la spiritualità liturgica.


Gli strumenti per raggiungere la formazione liturgica variano secondo le capacità delle persone e secondo le circostanze. Fra i tanti segnaliamo i seguenti: la catechesi strettamente liturgica, corsi di specializzazione, piccoli corsi e settimane, letture di libri e riviste, seminari per gruppi, ecc.
61. Esperienza personale e rituale - Altra forma per acquisire una formazione liturgica sta nell'incontro concreto del cristiano con la stessa celebrazione.
La liturgia educa alla liturgia. Il cristiano, celebrando si istruisce ed accresce la sua fede, come dice la costituzione liturgica: "sebbene la sacra liturgia sia principalmente culto della Maestà divina, contiene anche una grande lezione per il popolo fedele... Pertanto, non solo quando si legge ciò che è stato scritto per nostra istruzione (Rom 15,4), ma anche quando la Chiesa prega, canta e agisce, la fede dei partecipanti si alimenta e l'anima si eleva a Dio per tributarGli un culto razionale, cioè secondo lo Spirito, e ricevere la grazia con maggiore abbondanza" (SC 33). Questo testo esprime come principio l'efficacia pedagogica e formativa che hanno in sé stesse le azioni liturgiche.
Nella celebrazione liturgica esiste un equilibrio tra la parola e il gesto, tra l'evocazione e l'attualizzazione del mistero, tra il rito e il mistero.
La funzione educativa della liturgia consiste nel creare il giusto equilibrio, la reciproca connessione e la coerenza necessaria tra gli elementi verbali e quelli simbolici. La parola evoca l'avvenimento salvifico che si attualizza nel rito e l'azione rituale ripresenta il mistero e comunica ai partecipanti la sua efficacia salvifica.
Ogni celebrazione è una esperienza del mistero celebrato, una maturazione nella fede e un impegno nella carità.
62. Formazione progressiva - La personalità umana va sviluppandosi e maturando man mano che trascorre il tempo. Così pure la vita del battezzato che va progressivamente maturando la sua fede.
Il criterio pedagogico della progressività si ritrova anche nella formazione liturgica del fedele.
L'Anno liturgico, per il suo carattere ciclico, possiede una pedagogia progressiva nel rivelare a poco a poco le ricchezze e profondità insospettate della Storia della Salvezza.
Il mistero che ritorna ciclicamente nell'Anno liturgico si confà ai ritmi della vita cristiana e non torna mai al punto di partenza, ma, come spirale, avvolge il fedele e fa sì che, nel tempo, progredisca.
La celebrazione dell'anno liturgico va configurando progressivamente il cristiano con il mistero celebrato e fa si che la sua fede, professata ed espressa ogni giorno, si manifesti nell'impegno di una vita evangelica di carità.
63. Formazione permanente - Infine, la formazione liturgica deve estendersi a tutta la vita del cristiano; infatti nessuna età umana è capace di esaurire le ricchezze insondabili del mistero di Cristo. Inoltre, per il battesimo il cristiano è impegnato ad un progressivo cammino nel sentiero della crescita fino a raggiungere la piena maturità di Cristo (Ef 4,12-13; 15-16). In questo senso la liturgia diventa il luogo e l'occasione privilegiata per il progredire del cristiano.
64. La formazione liturgica non è una moda, è uno dei grandi mezzi per il rinnovamento della vita cristiana ed è anche una garanzia per migliorare le celebrazioni liturgiche. E solo così che la liturgia diventerà il culmine al quale tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia (SC 10).
Note
CAL a cura di: Ordinamento Generale del Messale Romano, editio typica tertia emendata, traduzione italiana.
Didaché X, 7
l'Apologia, 67
Tradizione Apostolica nn. 2,7,8,9,10,11,12,13,14,22,24,25,34,39.
Didascalia et Constitutiones apostolorum, ed. de F.X. PUNK, t. 1, Bottega di Erasmo, Torino, 1964, p. 276.
Eusebio di Cesarea: Historia ecclesiastica, VI, 43, II, ed. de C. BARDX, t. 2, in "Sources Chrétiennes", 41, 1953, p. 156.
A partire dal secolo IV fino al IX è relativamente frequente incontrare nelle lettere dei Papi e nelle cronache dati statistici che riportano elenchi variabili, ma con stessa terminologia, di ministeri e servizi.
Sr M Cristina Cruciani pddm
Conferenza episcopale Abruzzese e Molisana
Convegno liturgico Regionale
24 settembre 2011 - Lanciano

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