domingo, 1 de abril de 2012

L'ARTE E GLI ARTISTI - La prima metà del secolo

Se si prende in considerazione la prima metà del secolo XX, la situazione che si presenta è di incomprensione e di polemica aperta. Da una parte la Chiesa si colloca in una posizione di chiusura rispetto alle novità e di difesa delle forme tradizionali, si sente tradita e non più compresa dalle arti e dagli artisti più innovativi. Dall'altra, le arti e gli artisti rivendicano una assoluta libertà, accentuano l'autonomia da qualsiasi mondo di valori, teorizzano la provocazione, il rifiuto della tradizione, il distacco volontario nei confronti del grande pubblico
La necessità di rinnovare radicalmente linguaggi e impostazione è espressione propria delle avanguardie storiche, in sintonia con le fratture filosofiche caratteristiche dei primi tre decenni del nostro secolo. Esse, a questo scopo, hanno ritenuto indispensabile prendere le distanze dalle forme di espressione artistica, dalle istituzioni formative, dai riferimenti e dalle fonti di ispirazione tradizionali
In questo contesto molti artisti hanno visto nella Chiesa la principale avversaria della modernità, in quanto la massima tra le istituzioni arroccata nella conservazione dei valori della tradizione. E’ bene ricordare, tuttavia, che, nonostante il clima fortemente polemico, anche in Italia, da ambo le parti non sono mai mancate persone, gruppi e istituzioni che, sia pure in posizione isolata e fortemente minoritaria, hanno tenacemente continuato a credere alla possibilità del dialogo e della comprensione reciproca, senza rinunciare né al legame con la tradizione né alle sfide dei tempi nuovi.
In sintesi, nella prima metà del secolo, in Italia, il dialogo tra la Chiesa e gli artisti, che per secoli è stato fiorente, è stato fortemente messo in crisi, fino a giungere alle soglie della rottura. Là dove il dialogo è stato mantenuto, ha comunque incontrato molte difficoltà.
Sussidio dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana

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