Come
la storia della Chiesa insegna, i luoghi in cui la carità (che si esprime non
solo attraverso le opere di misericordia corporale e spirituale, ma nella vita
delle comunità religiose e nelle relazioni tra cristiani) si fa regola di vita
sono stati modellati grazie al largo coinvolgimento degli artisti: gli
ospedali, le case di accoglienza, le scuole, le università, i monasteri sono
stati pensati dai loro fondatori come edifici splendidi, eventualmente poveri,
ma sempre molto dignitosi, collocati, per quanto possibile, in posizioni
significative. In essi architettura, pittura e scultura sono state considerate
una necessità, non un lusso. La dimensione artistica è stata intesa come una
componente dell'ospitalità cristiana: nell'ospite, nel pellegrino, nel malato è
presente Cristo stesso. L'accoglienza che gli è dovuta esige di manifestarsi in
forme di qualità elevata, non inferiori a quelle che la liturgia richiede. La
qualità architettonica e artistica, se è vera, riassume ogni altra qualità
funzionale. Là dove la carità viene praticata con gioia e il bene viene fatto
bene, come ripetono i santi, anche la cura per il bello diventa una scelta naturale.
Anche
in questo caso le testimonianze che ci vengono dall'attualità e dalla storia sono
numerose. Per la progettazione dello Spedale degli Innocenti - il nuovo
orfanotrofio della città - Firenze non ha dubbi, incarica Filippo Brunelleschi,
il progettista della cupola di Santa Maria del Fiore: carità e liturgia esigono
il meglio dell'architettura. A Roma, l’Oratorio della Vallicella, il cui
progetto viene richiesto al Borromini, unisce carità e cultura. D'altra parte,
per decorare le celle del convento di San Marco a Firenze l'incarico non può
andare che al Beato Angelico: anche la vita comune e la preghiera personale non
possono fare a meno dell'arte. Da parte loro, le confraternite, sorte per
esercitare le opere di misericordia spirituale e corporale, in tutte le regioni
italiane sono state fra le più importanti committenti di artisti famosi. Anche
oggi le residenze e i luoghi per il recupero dei tossicodipendenti sono scelti
con grande cura, perché il contatto con la bellezza dell'architettura e della
natura contribuisce a far ritrovare la dignità a chi l'ha smarrita.
Sussidio
dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza
Episcopale
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