La
liturgia è stata per secoli e continua a essere, per sua natura, un terreno
ideale di incontro tra la Chiesa e l'arte. In realtà, a questo riguardo, il
bilancio del nostro secolo non è entusiasmante, anzi occorre dire che è spesso
deludente. La convinzione che la liturgia, per essere se stessa, meriti il
meglio dal punto di vista artistico non è affatto condivisa, nelle scelte
concrete, da buona parte della committenza ecclesiastica. Al contrario, il dilettantismo
e il pragmatismo spesso trionfano. Normalmente ci si accontenta del minimo indispensabile,
in nome di un preteso funzionalismo e didatticismo, senza la benché minima
preoccupazione per la ricerca della qualità. Sembra che l'apporto delle arti
sia ritenuto marginale e solo facoltativo per la celebrazione dei misteri della
fede. La mancanza di formazione e di competenze lascia spazio a interventi di
modestissimo livello ed è la ragione per cui molte occasioni per incarichi agli
artisti sono state perdute.
Specialmente
in relazione alla liturgia, dunque, è urgente che le Commissioni diocesane
prendano l'iniziativa con grande determinazione perché essa torni a essere il campo
in cui le migliori energie professionali e artistiche vengano convocate e messe
alla prova. Vi è necessità di architetti, pittori e scultori, ma anche di
musicisti, scenografi, grafici, stilisti di moda, arredatori, esperti in arredo
floreale, registi, esperti del suono e della luce, dotati di grandi capacità e
opportunamente preparati, che aiutino le chiese a diventare ciò che sono
chiamate a essere, "segni e simboli delle realtà celesti". L’arte non
è un lusso né una sovrastruttura, coopera potentemente a “rendere accessibile,
anzi commovente, il mondo dello Spirito, dell’ineffabile”.
Sussidio
dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza
Episcopale
No hay comentarios.:
Publicar un comentario