Alcuni
si domandano quali sono gli ambiti di cui le diocesi italiane dispongono per promuovere
la pastorale dell'arte e degli artisti. Fino a qualche anno fa la risposta era limitata
alla liturgia, come se l'unica arte di cui la Chiesa si potesse interessare
fosse l'arte per la liturgia, la cosiddetta “arte sacra”. Da qualche anno
l'attenzione si è estesa ai beni culturali da conservare e da valorizzare.
A
questo proposito occorre chiarire che non vi è momento o aspetto della vita ecclesiale
che si possa considerare a priori estraneo ai "linguaggi" dell'arte.
La Chiesa è per definizione "sposa tutta bella", "regina
rivestita di bellezza dal suo Signore". Essa non può presentarsi sciatta e
disadorna in nessun momento o atto della sua vita: la bellezza, per quanto
sobria, le appartiene, fa parte del suo modo di essere prima che del suo agire.
In
primo luogo vi sono gli spazi offerti dalle svariate forme in cui si esprimono l'evangelizzazione,
la catechesi e la comunicazione della fede e nella fede. Per quanto l'alleanza
tra l'arte e la parola, tra l'arte e la catechesi sia considerata tradizionale
in occidente, occorre ribadire che tale alleanza va continuamente rinnovata, dal
momento che rischia di decadere o di essere totalmente trascurata. E’ solo da
poco tempo e in pochi luoghi che il patrimonio artistico, di cui le diocesi
italiane sono dotate, è ritornato a essere considerato uno strumento adatto
alla comunicazione della fede.
In
particolare, in vista del Grande Giubileo, è bene che le diocesi (i
responsabili per i beni culturali, per il turismo, per il Giubileo) si
organizzino adeguatamente, chiedano la collaborazione di storici dell'arte,
artisti, critici, grafici, teologi, catecheti, preparino sussidi e iniziative
per consentire ai pellegrini e ai turisti di accostarsi alle opere d'arte sacra
come a veri monumenti della fede cristiana.
La
stessa catechesi parrocchiale avrebbe solo da guadagnare se si aprisse di più
alle grandi potenzialità del patrimonio artistico italiano. Questo campo è
aperto e promettente: i responsabili diocesani per i beni culturali e per la
catechesi vi lavorino insieme, chiedano la collaborazione di storici dell'arte,
critici, illustratori, grafici veramente esperti. Il nuovo catechismo C.E.I. per
gli adulti "La Verità vi farà liberi", e il Catechismo dei giovani/2 “Venite
e vedrete” da questo punto di vista, meritano di essere assunti come modelli da
imitare.
Occorrerebbe
inoltre estendere l'attenzione a tutti gli strumenti di comunicazione intraecclesiale,
anche i più modesti, dai bollettini parrocchiali, ai manifesti, alle riviste
per il clero, ai settimanali: si tratta di strumenti di grande incidenza
educativa, solitamente assai trascurati, realizzati spesso in modo
dilettantesco che, al contrario, costituiscono spazi ideali di lavoro e di
impegno per esperti grafici, illustratori, artisti multimediali.
Sussidio
dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza
Episcopale
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