La
liturgia è stata per secoli e continua a essere, per sua natura, un terreno
ideale di incontro tra la Chiesa e l'arte. In realtà, a questo riguardo, il
bilancio del nostro secolo non è entusiasmante, anzi occorre dire che è spesso
deludente. La convinzione che la liturgia, per essere se stessa, meriti il
meglio dal punto di vista artistico non è affatto condivisa, nelle scelte
concrete, da buona parte della committenza ecclesiastica. Al contrario, il dilettantismo
e il pragmatismo spesso trionfano. Normalmente ci si accontenta del minimo indispensabile,
in nome di un preteso funzionalismo e didatticismo, senza la benché minima
preoccupazione per la ricerca della qualità. Sembra che l'apporto delle arti
sia ritenuto marginale e solo facoltativo per la celebrazione dei misteri della
fede. La mancanza di formazione e di competenze lascia spazio a interventi di
modestissimo livello ed è la ragione per cui molte occasioni per incarichi agli
artisti sono state perdute.