Se si prende in considerazione la
prima metà del secolo XX,
la situazione che si presenta è di incomprensione e di polemica aperta. Da una
parte la Chiesa si colloca in una posizione di chiusura rispetto alle novità e
di difesa delle forme tradizionali, si sente tradita e non più compresa dalle
arti e dagli artisti più innovativi. Dall'altra, le arti e gli artisti
rivendicano una assoluta libertà, accentuano l'autonomia da qualsiasi mondo di valori,
teorizzano la provocazione, il rifiuto della tradizione, il distacco volontario
nei confronti del grande pubblico
La necessità di rinnovare
radicalmente linguaggi e impostazione è espressione propria delle avanguardie
storiche, in sintonia con le fratture filosofiche caratteristiche dei primi tre
decenni del nostro secolo. Esse, a questo scopo, hanno ritenuto indispensabile
prendere le distanze dalle forme di espressione artistica, dalle istituzioni formative,
dai riferimenti e dalle fonti di ispirazione tradizionali