Giunti al termine del XX secolo è naturale pensare a
delineare il bilancio di una vicenda che è poco nota e, a prima vista, è
contrassegnata più da ombre che da luci. Già il Papa Paolo VI in occasione
dell'incontro con gli artisti il 7 maggio 1964, aveva tentato un primo bilancio
a proposito dei rapporti tra la Chiesa e gli artisti contemporanei. Papa
Montini non aveva esitato a riconoscere con sincerità i torti della Chiesa,
senza tacere quelli degli artisti, ma non si era fermato a questo: proponeva
agli artisti di rinnovare il tradizionale patto di amicizia e di alleanza con
la Chiesa. Papa Giovanni Paolo II, a sua volta, nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente,
pubblicata il 10 novembre 1994, insiste perché, "mentre il secondo millennio
del cristianesimo volge al termine, la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza
del peccato dei suoi figli... Essa non può varcare la soglia del nuovo millennio
senza spingere i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, da errori,
infedeltà, incoerenze, ritardi." (nn. 33-36)
Dunque, a proposito dei rapporti
tra la Chiesa, le arti e gli artisti nel secolo XX, per poter discernere validi insegnamenti ed errori, intuizioni
felici e ritardi, è bene intraprendere un cammino di studio e di conoscenza
delle opere e degli artisti, nel contesto storico e geografico, in generale e
specificamente per le singole diocesi. A questo proposito, qui di seguito
presentiamo alcune riflessioni molto schematiche.
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