Tomás H. Jerez

sábado, 14 de enero de 2012

UN PO' DI STORIA - ANIMAZIONE LITURGICA


12. Discutere e promuovere l'animazione liturgica può sembrare una novità derivata dalle esigenze o dalla necessità improrogabile di promuovere una pastorale liturgica in forza dei testi dei nuovi libri liturgici. Una attenta rilettura dei dati storici dimostra che nel cristianesimo ogni epoca culturale, quale più quale meno, ha fatto rilevanti sforzi per far sì che i fedeli partecipassero, in un modo o in un altro, al culto divino della Chiesa.
L'animazione liturgica ha radici remote nella storia e nella prassi della celebrazione. Senza pretendere di fare qui una esposizione completa dei ministeri e servizi liturgici che troviamo nella storia, né di entrare in questioni problematiche, indichiamo alcuni dati tra i più significativi e illuminanti.


a) Nel Nuovo Testamento
13. Gli scritti neotestamentari non offrono una visione sistematica ed elaborata dei soggetti e delle funzioni che erano esercitate nelle celebrazioni liturgiche della comunità apostolica, ma attestano la loro esistenza e necessità per la vita della chiesa nascente, per esempio, vi sono:
" coloro che presiedono l'eucaristia (At 20,7-12);
" coloro che battezzano (At 8,38; 9,18;10,48);
" quelli che pregano e ungono gli infermi (Ge 5,13-17);
" quelli che si dedicano alla parola (At 6,4);
" quelli che animano la preghiera con inni e cantici (Ef 5,19-20; At 6,4)
" quelli che sono dotati di diversi carismi e li manifestano nell'assemblea, soprattutto coloro che hanno il dono della "profezia" (1 Cor 12,4-11; 14,26-40);
quelli che raccolgono offerte per aiutare chi è nel bisogno (At 11 ,29-30; Rom 15,26-27; 1Cor16, 1-4);
" coloro che accolgono i più poveri che giungono nell'assemblea (Gc 2,1-9; 5,13-17).
b) Nella chiesa primitiva (dal I al VI sec)
14. Documenti di questo tipo non sono numerosi né molto semplici; tuttavia, aiutano a scoprire la parte che svolgono alcune determinate persone nelle celebrazioni liturgiche.
Nella "Didaché" si citano i "profeti" che "danno grazia" (2). Il martire Giustino nella sua prima "Apologia" (3) parla dei lettori, del presidente che fa l'omelia e pronuncia la "azione di grazie" secondo le sua possibilità e i diaconi che danno il pane ed il vino "eucaristizzato" ai presenti ed agli assenti.
La Tradizione Apostolica di Ippolito (sec. III) (4) descrive dettagliatamente i diversi ministeri e servizi. Menziona: il Vescovo, il presbitero, il diacono, le vedove, il lettore, la vergine, il suddiacono, chi ha il dono delle guarigioni, ecc.
Nella "Didascalia degli Apostoli", molto probabilmente siamo nella prima metà del III secolo, si nota la preoccupazione per il buon ordine e la buona disposizione dei fedeli. Oltre che ai vescovi ed ai diaconi, si fa riferimento ad altri membri che hanno funzioni diverse per il buon andamento dell'assemblea liturgica, a partire da colui che svolge il servizio dell'accoglienza e indica ai fedeli il posto da occupare durante la celebrazione; colui che è attento perché nessuno si distragga, parli o dorma durante l'azione liturgica. Informa anche come si avrà cura preferibilmente dei poveri (5).
La lettera scritta da papa Cornelio a Fabiano di Antiochia nell'anno 251, ci informa su alcuni dati statistici della Chiesa di Roma. Della comunità romana facevano parte, oltre al suo vescovo, 46 presbiteri, 7 diaconi, 7 suddiaconi, 42 accoliti, 52 esorcisti, lettori e ostiari (6).
Negli scritti di Ignazio di Antiochia, Origene, Clemente di Alessandria, Cipriano, Cirillo di Gerusalemme, Agostino, ecc. ci sono riferimenti a diversi ministeri o funzioni.
c) Dal Medio Evo al Concilio Vaticano II
15. La caratteristica principale di tutto questo lungo periodo della storia è che il sacerdote, presidente della celebrazione, assume la funzione di diacono e suddiacono, come pure tutti gli altri servizi laicali. La funzione principale dell'accolito si riduce quasi esclusivamente a quella di "rispondere" assumendo il "ruolo" dell'assemblea, come il coro assume il canto dell'assemblea stessa. In cambio, nelle celebrazioni avvolte di una grande solennità, secondo una classifica, i libri liturgici indicano il numero dei ministri per la celebrazione dell'azione liturgica corrispondente. Tutti questi ministeri e servizi si svolgono nell'ambito del presbiterio senza esercitare una funzione di animazione in favore della partecipazione dell'assemblea.
Dal IX secolo in poi, la liturgia franco-germanica distingue tra ordini maggiori e minori. Si impone l'uso di conferire tutti gli ordini minori prima del diaconato; non si conferiscono in virtù delle necessità pastorali, ma per esprimere l'iter per giungere al presbiterato privilegiando così più la "ascesa graduata" che la funzione pastorale di animare la partecipazione della assemblea.
Mentre cresce il ritualismo e si moltiplicano le cerimonie, il popolo di Dio, rimane inattivo e passivo nelle celebrazioni liturgiche. Le funzioni liturgiche di chi non è parte del clero, si riducono ordinariamente al servizio di sacrestano , ai, così detti, chierichetti. In qualche celebrazione più solenne appare la figura del maestro di cerimonie.
16. A causa della situazione congiunturale della storia, si fa strada nel popolo cristiano una forma di "animazione spirituale" durante le celebrazioni liturgiche definita: "animazione devozionale". L'assemblea, stanca di essere semplice "spettatore" in quanto il clero opera nel presbiterio, si trasforma in "attore" e inizia, ai margini dell'azione liturgica, a dar vita ed esprimere la propria fede con orazioni devozionali: rosario, novene, ecc.
L'"animazione devozionale", praticata durante le celebrazioni liturgiche, è proseguita fino al sorgere del "movimento liturgico". Si recupera allora lentamente il senso della partecipazione. Il popolo di Dio avverte l'esigenza di essere soggetto vivo nella celebrazione. Hanno inizio le messe definite "dialogate" e nel 1958 appare la figura del "commentatore".
La Costituzione liturgica del Vaticano II pone le basi per arricchire il concetto di partecipazione. Da allora si sviluppa tra i fedeli cristiani la coscienza che il modo migliore di sentirsi ed essere Chiesa è vivere la liturgia nelle diverse modalità di partecipazione.
Sr M Cristina Cruciani pddm
Conferenza episcopale Abruzzese e Molisana
Convegno liturgico Regionale
24 settembre 2011 - Lanciano

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