Dare
concreta, coerente e realistica attuazione all'insegnamento del Concilio in materia
di pastorale dell'arte e degli artisti è doveroso, ma non è un'impresa facile.
Si corre il rischio di improvvisare in maniera imprudente e di cedere a
retoriche superficialità. Perciò, oltre ad avere ben chiaro l’obiettivo a cui
mirare, occorre procedere sulla base di alcune precise scelte strategiche, che
presentiamo brevemente.
1.
Riconoscere e valorizzare i carismi, le iniziative e le istituzioni esistenti
a)
La prima e fondamentale scelta strategica consiste nel riconoscere con generosità
i "carismi" artistici esistenti all’interno della comunità
ecclesiale, tra i laici, i religiosi e le religiose, i sacerdoti diocesani. Si
dia spazio alla multiforme pluralità di doni artistici, superando ogni
atteggiamento puramente funzionale, che porta a riconoscere solo i
"carismi" considerati utili a determinati scopi. Distinguendo il
livello amatoriale e quello professionale, tra i "carismi" più
modesti o solo incipienti e quelli di provato e riconosciuto valore, le diocesi
guardino con simpatia a tutti gli artisti e a ciascuno di essi, secondo le
rispettive capacità, e offrano loro, con il giusto senso critico e con
generosità, occasioni e possibilità di espressione.
Non
ci si limiti a coltivare e a valorizzare gli artisti che, a vario titolo,
operano già all'interno delle comunità ecclesiali. Si rivolga con insistenza
l'attenzione e si cerchi il dialogo, l'amicizia e la collaborazione con il
mondo variegato degli storici dell’arte, dei critici e degli artisti.
b)
Le iniziative e le istituzioni artistiche esistenti in Italia, sia in ambito
ecclesiale sia al di fuori di essa, meritano di essere conosciute e
valorizzate: esse costituiscono riferimenti di fondamentale importanza per la
pastorale dell'arte e degli artisti. Nel nostro paese, infatti, esiste una
vasta rete di musei e di collezioni ecclesiastiche, pubbliche e private;
inoltre, operano numerose gallerie private; sono attive anche numerose
collezioni di arte sacra contemporanea a Roma (presso i Musei Vaticani), ad
Assisi (presso la Pro Civitate Christiana), a San Gabriele dell'Addolorata (Teramo),
a Bologna (la Fondazione G. Lercaro), a Milano (la Galleria di arte sacra dei contemporanei),
a Brescia (il Centro Arte e Spiritualità). Inoltre, non mancano le mostre
d'arte contemporanea di grande rilievo, come la Biennale di Venezia, la Triennale
di Milano, la Quadriennale di Roma. Non sono poche le iniziative di valore dedicate
all'arte sacra. Vi sono dunque molte potenzialità che attendono solo di essere meglio
valorizzate.
c)
Il Concilio invita a dare spazio all'arte antica, a quella contemporanea e ad aprirsi
a quella futura, a ogni tendenza e corrente, dal momento che la Chiesa
cattolica non possiede né canoni linguistici né uno stile proprio. Il Concilio
invita dunque ad abbattere i bastioni in tutte le direzioni: verso est e verso
ovest, verso nord e verso sud. Ogni regione italiana, ma anche ogni nazione dei
cinque continenti, ha ricchezze artistiche alle quali attingere e da fare
conoscere.
2.
Dialogare con simpatia, coltivare relazioni con gli artisti
In
particolare è nei riguardi dell'arte contemporanea che le diocesi italiane sono
invitate a rivolgere l'attenzione e ad aprire il dialogo. I messaggi dell'arte contemporanea,
infatti, sono spesso di una folgorante immediatezza, ma talvolta non sono
perspicui: richiedono molta attenzione, paziente discernimento, l'aiuto di
esperti in varie discipline.
Molti
artisti, per le più diverse ragioni, esprimono il desiderio di prendere
contatto con i responsabili ecclesiastici. Non pochi responsabili
ecclesiastici, a loro volta, vorrebbero prendere contatto con gli artisti.
Entrambi si cercano, ma hanno difficoltà ad incontrarsi perché abitualmente non
si frequentano; le occasioni e i luoghi di incontro sono troppo limitati o
troppo specializzati.
A
questo scopo suggeriamo perciò, in primo luogo, ai membri delle Commissioni diocesane
di valorizzare le occasioni esistenti, di inventare nuove occasioni di incontro
e soprattutto di frequentare assiduamente gli artisti. Potranno così nascere
rapporti di conoscenza e di amicizia, che consentiranno l'incontro tra la
Chiesa e gli artisti, anche nelle dimensioni più personali e familiari. Gli
artisti si possono incontrare nelle gallerie d'arte, nei loro studi, in
occasione di mostre. Inoltre è possibile e opportuno incontrare studenti e
docenti nelle Accademie d'arte pubbliche e private e nelle Facoltà
universitarie. Esperti, storici e critici d'arte, direttori di musei di arte
contemporanea possono aiutare a conoscersi.
Un
secondo strumento che consente di avviare contatti con il mondo dell'arte e degli
artisti è l'informazione. Per poter animare il mondo dell'arte, le Commissioni diocesane
si informino sulle iniziative ecclesiali e non ecclesiali e informino sulle iniziative
che intendono realizzare o che hanno realizzato (concerti, mostre, inaugurazione
di nuove opere d'arte), utilizzando i numerosi strumenti a disposizione, a partire
dai quotidiani e dalle riviste specializzate, fino alle pubblicazioni, alla
radio e alla televisione. Il mondo degli artisti è molto attento a quanto
avviene nella Chiesa. Le iniziative promosse dalle diocesi italiane sono molto
più numerose di quanto si supponga, ma non sono ancora sufficientemente note.
Facendo circolare le informazioni tra le diocesi, almeno a livello regionale e
nazionale, si faciliteranno molto i contatti anche con gli artisti.
Il
terzo strumento che può facilitare la creazione di relazioni personali è la collaborazione
tra le Commissioni diocesane, che meriterebbe di essere intensificata almeno
nell'ambito della stessa regione. Anche la più piccola tra le diocesi dispone almeno
di qualche informazione che può risultare utile alle diocesi vicine: è a
contatto con persone competenti, con artisti di riconosciuta capacità; ha fatto
esperienze (concorsi, mostre) riuscite e meno riuscite. Collaborare, in questo
campo, significa far conoscere, mettere a disposizione le competenze, evitare
che altri siano costretti a cominciare da capo, fare tesoro delle esperienze e
delle conoscenze altrui.
3.
Avviare la ricerca storica e teologica
In
terzo luogo è urgente avviare un lavoro di approfondita ricerca circa la storia
e il significato dell'arte nella vita della Chiesa, in relazione a determinati
periodi storici, a particolari aree territoriali e tematiche, con la
collaborazione di persone operanti nelle Università italiane, ecclesiastiche e
statali, competenti in discipline teologiche, storiche, artistiche.
L'esigenza
sentita di dare vita a iniziative formative, da una parte, e, dall'altra, le numerose
iniziative di carattere celebrativo e occasionale che continuano a essere organizzate
nelle diocesi italiane mettono in luce la necessità di questo tipo di lavoro.
Si tratta di un lavoro di carattere fondativo, continuativo e
multidisciplinare, che in modo organico e sistematico porti alla luce le
complesse vicende storiche, le motivazioni e i significati molteplici
dell'impegno della Chiesa per la promozione delle arti e il significato delle
arti per la vita della Chiesa. Da più parti, dunque, viene la richiesta di dare
risposta a queste domande radicali e di non limitarsi a divulgare e a far
apprezzare
il
patrimonio esistente.
Dal
momento che in Italia non esiste un Istituto dedicato esclusivamente alla ricerca
in tale ambito, le diocesi italiane, da sole o, meglio, in collaborazione tra
loro e con le diverse Istituzioni accademiche ecclesiastiche e civili
esistenti, sono invitate a dare vita a iniziative che si propongano questo
obiettivo o che si muovano in questa medesima prospettiva, in sintonia con il
"Progetto culturale orientato in senso cristiano".
4.
Curare la formazione del popolo di Dio e degli artisti
La
quarta scelta strategica riguarda la formazione del popolo di Dio, dei committenti,
degli artisti e dei tecnici. A questo proposito occorre che le Commissioni
diocesane valutino attentamente la situazione e programmino iniziative
formative adeguate ai diversi tipi di destinatari e chiaramente definite nei
contenuti.
Molti
tecnici e artisti ne fanno richiesta. Alcune diocesi o alcuni gruppi di diocesi
vicine hanno promosso iniziative ben riuscite che si possono assumere come
modello per analoghe iniziative.
La
formazione di base e la formazione permanente dei committenti ecclesiastici e religiosi
è il problema più grave e urgente, ma rimane forse quello più difficile da affrontare.
Questo argomento richiede una specifica ed approfondita riflessione a livello regionale
e nazionale, da sviluppare unitamente ai responsabili della formazione di base e
permanente del clero e dei religiosi, facendo riferimento allo specifico
documento della Pontificia Commissione per la conservazione del patrimonio
artistico e storico della Chiesa16 pubblicato il 15 ottobre 1992.
5.
Qualificare la committenza ecclesiastica.
Quinta
scelta strategica. Le occasioni perché la committenza ecclesiastica agli artisti
possa esprimersi sono ancora molto numerose e varie: si pensi alle chiese nuove
da progettare, agli interventi di restauro e di adeguamento liturgico, alle vetrate
e ai dipinti, ai manifesti, alle pubblicazioni, ai sussidi liturgici e
catechistici.
Se
nel momento del bisogno non possono contare sulla consulenza della Commissione
diocesana o sulla conoscenza di persone competenti, i committenti ecclesiastici
rischiano di finire nelle mani di operatori incapaci o di artisti intriganti,
con risultati modesti. Sarà bene, perciò, che le Commissioni diocesane siano
particolarmente presenti e attive nel momento in cui i parroci e gli economi
diocesani sono alla ricerca degli architetti e degli artisti per affidare loro
incarichi di lavoro; i diretti committenti non siano lasciati soli ad
affrontare imprese per le quali non sono in alcun modo preparati.
Le
Commissioni diocesane, infatti, non devono limitarsi a verificare i progetti e
a esprimere i pareri di loro competenza. Hanno il compito di prendere
l'iniziativa, intervenire, proporre, suggerire soluzioni, indicare rose di nomi
di artisti e di progettisti veramente qualificati, offrire schemi di bandi di
concorso. Un incarico ben dato, un concorso bene organizzato valgono moltissimo
dal punto di vista formativo e propositivo; possono risultare più incisivi di
un convegno o di un documento.
Sussidio dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana
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