56. Obiettivo
globale. La formazione liturgica deve orientare tutta la vita del cristiano in
maniera unitaria ed equilibrata in modo che la persona venga aiutata a
sviluppare la propria capacità e ad assumere un determinato impegno secondo le
esigenze del progetto battesimale.
L'uomo cristiano
vive la propria vita di fede e di impegno a vari livelli: a livello interiore e
spirituale, religioso, sacramentale, ecc.: in questo caso, la formazione
liturgica deve tendere preferibilmente verso quest'ultimo, senza dimenticare la
necessità di integrare i precedenti.
57. Obiettivo
ecclesiale - La formazione liturgica deve tenere in gran conto che la Chiesa,
sacramento di Cristo, nel mondo (LG 1), è la grande mediatrice dell'incontro
totale di Dio con l'uomo. D'altra parte, la Liturgia è un atto essenzialmente
ecclesiale, perciò tutti gli atti appartengono all'intero corpo della Chiesa,
lo implicano e lo manifestano (SC 26)
Sotto questo aspetto, la formazione liturgica deve tendere all'educazione della coscienza di appartenere ad una comunità e ad una assemblea liturgica, a sentirsi, nella celebrazione, membro di questa comunità e a saper condividere con tutti i cristiani il mistero che si celebra e le preoccupazioni di tutti gli uomini.
Sotto questo aspetto, la formazione liturgica deve tendere all'educazione della coscienza di appartenere ad una comunità e ad una assemblea liturgica, a sentirsi, nella celebrazione, membro di questa comunità e a saper condividere con tutti i cristiani il mistero che si celebra e le preoccupazioni di tutti gli uomini.
58. Obiettivo
rituale - Il linguaggio liturgico non è fatto soltanto di parole, ma anche di
segni e gesti simbolici, di azioni e movimenti che formano parte integrante
dello stesso linguaggio.
La grazia di Dio e l'atteggiamento interiore di fede diventano rito e segno sacramentale.
Il linguaggio simbolico della liturgia suppone una preparazione per poterlo comprendere, esprimere e viverne il significato. questa sintonia esige uno studio, una formazione che sappia legare il rito e il mistero celebrato.
La grazia di Dio e l'atteggiamento interiore di fede diventano rito e segno sacramentale.
Il linguaggio simbolico della liturgia suppone una preparazione per poterlo comprendere, esprimere e viverne il significato. questa sintonia esige uno studio, una formazione che sappia legare il rito e il mistero celebrato.
59. Obiettivo
unitario - Per obiettivo unitario si intende la relazione referenziale e
integrale esistente tra il soggetto e l'oggetto. Il soggetto, in questo caso, è
il cristiano; l'oggetto è il mistero di Cristo presente e operante nell'azione
cultuale della Chiesa.
La formazione
liturgica deve articolare questi due assi: l'antropologico ed il cristologico
per creare una unità nel mistero che si celebra nella liturgia.
Sr M Cristina Cruciani pddm
Conferenza episcopale Abruzzese e Molisana
Convegno liturgico Regionale
24 settembre 2011 - Lanciano
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