Qualità fondamentali per far parte dell'équipe di
animazione liturgica
34. Per far
parte dell'équipe è indispensabile avere la vocazione al servizio e la capacità
di essere di aiuto nella comunità. Vocazione che andrà gradualmente maturando
nell'appartenere al Gruppo e si manifesterà ogni volta sempre più solida e
consapevole man mano che il tempo passa. Appartenere all'équipe non è una moda,
non è per primeggiare davanti l'assemblea, né per impegnare le energie e le
capacità dei laici, è una vera vocazione che si manifesta tale anche nella
chiamata da parte del parroco a far parte del Gruppo; essa esige dedizione
generosa di tempo, l' impegno ad assumere compiti nella celebrazione del culto
divino e a mettere a disposizione della comunità i carismi ricevuti dal
Signore.
1) Lo spirito di servizio
35. Chi svolge
un compito nell'azione liturgica si pone disinteressatamente al servizio
dell'assemblea per aiutarla a comprendere, partecipare e vivere il mistero
celebrato nel miglio modo possibile. Egli deve avere presente lo spirito delle
parole di Gesù che ha detto: "Il Figlio di Dio è venuto a servire e non ad
essere servito". Lo spirito di servizio aiuta a superare le difficoltà che
sorgeranno, probabilmente, nell'équipe. Nel dialogo fraterno occorre cercare la
verità e non imporre opinioni molto personali sugli altri, sarebbe contro lo
spirito di comunione che deve regnare tra tutti i membri del Gruppo liturgico;
il quale poi, non può considerarsi "padrone" della liturgia della
comunità, ma sentirsi e agire come "servo". Tale spirito di servizio
nel compiere con amore ed umiltà i diversi ministeri, fa in modo che l'équipe
sia solida, ben fondata e perseveri nell'impegno di servizio alla Comunità.
2) Lo spirito di comunione
36. Tutte le
azioni della Chiesa debbono essere contraddistinte da un profondo senso di
"comunione".
Se nella liturgia si realizzano e si celebrano i misteri che "uniscono", è naturale che tutti coloro che animano debbono manifestare nell'assemblea la comunione che regna fra di loro quando programmano, coordinano, preparano ed eseguono qualche servizio nelle celebrazioni: "Tra voi si comprende che vi è un vero gruppo unito e organizzato!". E' un elogio e una testimonianza della comunione che deve percepire l'assemblea liturgica.
Se nella liturgia si realizzano e si celebrano i misteri che "uniscono", è naturale che tutti coloro che animano debbono manifestare nell'assemblea la comunione che regna fra di loro quando programmano, coordinano, preparano ed eseguono qualche servizio nelle celebrazioni: "Tra voi si comprende che vi è un vero gruppo unito e organizzato!". E' un elogio e una testimonianza della comunione che deve percepire l'assemblea liturgica.
Se il gruppo
vuole realizzare questo spirito di "comunione", non può rimanere
distaccato dalla comunità che intende servire nell'azione liturgica e con la
quale deve avere una costante relazione di comunione. Né tantomeno può condurre
la sua vita e le sue funzioni indipendentemente dagli altri gruppi che si
dedicano ad altri compiti per il bene della comunità.
3) Essere "partecipi" prima che
"animatori"
37. Colui che
esercita un ministero o una funzione nella celebrazione è un membro attivo
dell'assemblea che serve. Non è lì innanzitutto perché i fedeli accolgano, ascoltino
la Parola e celebrino il mistero o per fare un commento, ecc., ma per essere il
primo a partecipare, pregare, ascoltare, e celebrare, ecc. Non può essere fuori
dalla partecipazione mentre anima gli altri. Deve sentirsi membro
dell'assemblea che prega e celebra, deve dare testimonianza della sua gioiosa
partecipazione. Nel caso che non si integri pienamente non deve poi sperare che
l'assemblea risponda ai suoi sforzi di animatore.
4) Conoscere la comunità cristiana
38. È
indispensabile che gli addetti all'animazione, prima di porsi dinanzi
all'assemblea come servi della comunità, ne conoscano la cultura, le
possibilità, le tensioni, i problemi e le speranze, l'espressione ed il
linguaggio per non fare attenzione ad un solo gruppo di persone emarginando altri,
o esigendo dall'assemblea più di quello che può dare.
Il nostro tempo,
con il suo pluralismo non solo nella cultura, ma anche nell'adesione alla fede
e alla pratica religiosa, obbliga a prestare più attenzione allo stile e al
grado di fede di coloro che formano l'assemblea Tutti sono chiamati a
partecipare, a confessare la fede, a pregare e a ringraziare. Tutti sono in
cammino. C'è però chi cerca Dio in sincerità e chi, sebbene battezzato, è
scarsamente credente, altri vivono nel compromesso la comunione con Dio e con i
fratelli. Tutto questo esige un adattarsi nei diversi momenti celebrativi e
richiede a ciascun membro dell'assemblea di crescere gradatamente nel suo
cammino personale di fede e nell'impegno di vita cristiana.
5) Desiderare di migliorare la qualità delle
celebrazioni
39. Chi esercita
una funzione di servizio nella liturgia deve essere capace di realizzarla con
la maggiore perfezione possibile. Negli ultimi anni si sono fatte avanti molte
persone di buona volontà che hanno esercitato qualche funzione nelle
celebrazioni, Hanno fatto e fanno un gran servizio alla comunità. Meritano una
parola di elogio e di riconoscimento per la loro volontà, senso di servizio e
generosità. Questo però non impedisce di rilevare deficienze nella attuazione dell'animazione
nell'assemblea.
Ci sono lettori
che sanno leggere bene ma che non riescono a comunicare la Buona Novella
proclamata o non conoscono la tecnica più elementare del suono.
Ci sono pure
direttori del canto ed organisti specializzati musicalmente, ma che non
conoscono la normativa e lo spirito della liturgia.
Inoltre vi sono
presidenti che non sanno "celebrare" l'azione liturgica, o non sono
consapevoli della ricchezza di possibilità e di testi a scelta che sono offerti
,per ciascuna celebrazione, dai libri liturgici rinnovati.
Quando si
esercitano alcune funzioni nelle celebrazioni alla buona o si lasciano alla
semplice spontaneità si dà l'impressione di improvvisazione e di mancanza di
preparazione.
L'impegno è a
far si che vada scomparendo lo "spontaneismo" nelle azioni liturgiche
a beneficio di una adeguata preparazione. Non si tratta soltanto di svolgere un
servizio, ma di realizzarlo con una preparazione tecnica, con una capacità
umana e comunicativa e con una sensibilità e spirito liturgico.
Nella
celebrazione, le parole, i simboli e riti, i gesti e i movimenti hanno un loro
senso e come tali debbono apparire. Chi esercita un ministero o una funzione di
animazione ha la missione di aiutare a scoprire e apprezzare la loro verità e
autenticità, il loro significato e senso. Essi hanno una funzione
"iconica": debbono indirizzare, collegare, condurre verso la realtà
simbolizzata o celebrata. La qualità iconica che presentano risulterà a
beneficio della partecipazione dei fedeli, Ciò che realizzano a favore
dell'assemblea è un piccolo sacramento dentro il sacramento che si celebra e
rende possibile che si viva con fede profonda l'esperienza di comunione con Dio
e con i fratelli.
Sr M Cristina Cruciani pddm
Conferenza episcopale Abruzzese e Molisana
Convegno liturgico Regionale
24 settembre 2011 - Lanciano
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