La
Croce, coefficiente costantiniano d'importanza nel mosaico absidale, posta
sotto Vimago clypeata, d'oro e di pietre preziose (Crux gemmata), è
trasformata in Crux triumphalis che, piantata sul monte, irrora il mondo
con quattro fiumi, il Gion, il Fison, il Tigris e l'Eufratis i quali -presenti
per la prima volta nell'arte- raffigurano, secondo san Paolino da Nola
(epistola 32), i quattro evangeli. Il contorno di cervi e di agnelli che si
abbeverano invita, secondo il salmista, a ricevere il battesimo sull'esempio
del Salvatore che si fa battezzare nel Giordano, come raffigurato nel
medaglioncino posto al centro della Croce. Il fiume Giordano, in memoria del
battesimo del Cristo, vivacizzato da scene marittime dell'arte classica, che si
rinviene in monumenti sacri d'epoca costantiniana, conclude la decorazione
absidale. La teofania del Giordano, espressa dalla mano (dextera Patris,
dextera Dei) - sostituita nel rifacimento di Leone XIII da un cherubino-
dall'icona del Figlio e dalla colomba che manda i raggi, lo Spirito Santo,
risplende sulla Croce e sul Battesimo, che dagli antichi autori è detto sacramentum
Crucis.